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COMUNICATO STAMPA V° FESTIVAL DSC del 30 gennaio 2016

V FESTIVAL DELLA DOTTRINA SOCIALE CRISTIANA

COMUNICATO STAMPA

30 GENNAIO 2016

Un grande successo la prima giornata di lavori della V edizione del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa, di venerdi 29 gennaio, promosso anche quest'anno dal Comitato Sale che, ogni anno, promuove questo evento in una delle diocesi della Provincia di Frosinone.

Come sempre, la sessione mattutina è stata dedicata alle scuole e la sessione pomeridiana, aperta al pubblico, è stata dedicata all'approfondimento di tematiche legate ai principi della Dottrina Sociale della Chiesa. Non un prontuario di soluzioni già pronte, ma una serie di principi che possono essere una valida guida per orientarsi in un mondo sempre più difficile e complesso.

Tanti gli ospiti del Comitato Sale.

Nella sessione mattutina era presente, tra gli altri, l'onorevole Ernesto Preziosi, deputato e docente dell'Università Cattolica. Preziosi ha fatto un interessantissimo excursus sulla storia del nostro Paese, con particolare riferimento al dopoguerra, e ha condiviso con i presenti anche la sua esperienza di parlamentare, che sempre più spesso si trova a dover incarnare la sua esperienza di cattolico in situazioni particolarmente complesse, come può essere l'attuale dibattito sulle unioni civili.

E' intervenuta anche Rita Visini, Assessore della Regione Lazio alle Politiche Sociali, allo Sport, alla Sicurezza, che, oltre a portare il saluto della Regione, ha condiviso con i presenti la sua esperienza di cattolica oggi impegnata in politica e il difficile ruolo nei servizi sociali.

Particolarmente toccante, poi, l'esperienza della Cooperativa Sophia, rappresentata da Marco Ruopoli, Caterina Amodio e Mor Amar, originario della Mauritania, figlio di ministri dello Stato e rimasto orfano a seguito di un colpo di Stato che lo ha costretto ad emigrare in Europa. La loro è una storia di coraggio e di integrazione, di incontro tra culture diverse, di impegno nel lavoro e nella conoscenza reciproca. La storia di Mor Amor è stata raccontata in un libro dal titolo provocatorio, “Stronzo Nero”, che raccoglie un'esperienza preziosa che merita di essere conosciuta e condivisa.

Claudio Gessi, in rappresentanza della Conferenza Episcopale del Lazio, ha spiegato ai giovani il progetto Policoro, voluto dalla Chiesa per promuovere il lavoro e l'imprenditorialità,.

La sessione pomeridiana, moderata da Maria Cristina Tubaro, stata particolarmente intensa e interessante.

I lavori sono stati aperti da Alberto Lo Presti, docente presso l'Università Sophia di Loppiano, che ha preso spunto dal libro di W. E. Von Kettler – di cui ha appena curato la riedizione – dal titolo “La questione operaia e il cristianesimo”. Un libro – pubblicato per la prima volta in italiano nel 1870 – che rappresenta un punto di riferimento della Dottrina Sociale Cristiana, tanto che molte argomentazioni sono state riprese anche dall'enciclica Rerum Novarum. L'attualità della riflessione di Von Kettler è stata lo spunto anche per l'intervento del Prof. Rocco Pezzimenti (Università Lumsa) che ha ripercorso anche il significato del concetto di lavoro, inteso, nell'antichità, come forma di schiavitù e che solo col tempo è stato inteso non più solo come fatica, ma anche come strumento per tutelare e promuovere la dignità dell'uomo.

La parola è poi passata al segretario generale dell'UCID Giovanni Scanagatta, che ha portato il saluto del presidente Nazionale Giancarlo Abete e ha offerto una riflessione sul ruolo degli imprenditori e dei dirigenti cattolici, chiamati, anche nel loro lavoro, a incarnare i principi della Dottrina Sociale della Chiesa e del Vangelo. Scanagatta ha ricordato che il lavoro va verso la dignità dell'uomo e punta al bene comune.

Un saluto, poi, anche da Raffaele Mazzarella, responsabile del Centro Culturale Campania e organizzatore del Festival della Vita di Caserta.

Un intervento anche dal Prof. Giuseppe Sabella, autore di un libro dal titolo “Da Torino a Roma: attacco al sindacatola crisi dei corpi intermedi e il futuro della rappresentanza”. Un volume molto interessante nel quale ci si interroga su come stia cambiando il ruolo del sindacato, con particolare riferimento a cosa sta cambiando con l'avvento della FIAT di Marchionne e con le riforme promosse dal Governo Renzi nel l'ambito del settore lavoro.

A concludere la giornata, lo straordinario intervento di Fausto Bertinotti, già presidente della Camera dei Deputati e figura storica della sinistra italiana. Il suo è stato un intervento di altissimo profilo, caratterizzato da una eccezionale capacità di analisi storica e politica.

Bertinotti ha ripercorso la lunga storia di dialogo e di confronto tra il socialismo e il cristianesimo. Ha ricordato la straordinaria svolta del Concilio Vaticano Secondo e la dirompente forza dell'appello lanciato da Giovanni XXIII a “tutti gli uomini di buona volontà”. Un appello che abbatte steccati e barriere e crea ponti di dialogo tra due visioni così diverse eppure così vicine, accomunate dalla voglia di libertà, di rispetto per la persona, di opposizione ad ogni forma di sfruttamento dell'uomo.

La fede cristiana è una fede nel trascendente, la “fede” socialista si muove sul terreno dell'hic et nunc, ma entrambe cercano di intravedere un futuro migliore, cercano di creare una società di liberi e uguali. Troppo spesso si dice che “la mia libertà finisce dove inizia la libertà dell'altro”. Ma questa idea di libertà è solo apparentemente un'idea nobile. Essa, infatti, vede nell'altro solo in limite. Il cristianesimo e il socialismo, invece, vedono nell'altro il futuro, la risorsa.

La nostra società e la nostra politica hanno perso fiducia nell'idea dell'uguaglianza come strumento indispensabile per evitare una crisi di civiltà. Oggi c'è una povertà diffusa: una povertà economica, ma anche spirituale e sociale. C'è una perdita di senso della vita che la politica sembra non essere più in grado di intercettare. Il capitalismo di oggi – ha detto Bertinotti – non ruba solo i soldi, ma ruba il senso, ruba la speranza e, al tempo stesso, si impone in maniera subdola.

Oggi non ci sono più leader capaci di essere testimoni del proprio tempo. Solo il Papa sembra ancora in grado di interpretare quello che sta accadendo, di riconoscere quella che Bertinotti ha definito la desertificazione della politica e l'onnivora capacità di divorare del capitalismo attuale.

La nostra è una cultura dello scarto, che forse solo il Papa sta combattendo, riconoscendo la dignità della persona. La sua “Laudato sii” è innovativa per la capacità di unire giustizia sociale e tutela della natura e dell'ambiente.

La dottrina sociale della chiesa – ha detto Bertinotti – ha avuto nel movimento operaio un avversario, ma anche un compagno di strada, di cui però oggi la Chiesa è priva. Il magistero del Papa è solo. Oggi assistiamo alla “perdita di potenza delle potenze”, alla scomparsa dei leader in grado di individuare una nuova strada. Il dominus è la dimensione finanziaria e anche l'Europa si limita a dare indicazioni economiche, fissando, ad esempio, un tetto al deficit ma non anche alla disoccupazione. Il potere politico non domina più i processi sociali ed economici. Non c'è più un ascensore sociale, manca una dimensione di crescita collettiva (come poteva essere quella rappresentata dai circoli di partito e dalle parrocchie) capace di individuare i talenti, di farli crescere attraverso una trama di relazioni e di renderli utili alla collettività.

Forse, oggi, è necessario ripartire proprio da quell'appello agli uomini di buona volontà che, al di là delle diverse fedi, convinzioni, idee, abbiano la forza di ricostruire spazi di dialogo e di confronto per costruire, insieme il bene comune.

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